Thursday, March 15, 2012

When Humor and Intelligence are Stronger than Censorship


Contributed by Alessandro Berni
Translated from the Italian by Mirko Grewing


We are in Italy in the late 1960s. The country peasant discovers world power only one generation after the end of World War II. Though the economy managed to grow in the shadow of the Berlin Wall during the Cold War, the political system experienced serious moments of instability also affected by severe attacks during the historical period which is remembered as the ‘Years of Lead’.

Between 1969 and 1984, there were countless massacres of citizens and statesmen, while the perpetrators and instigators often remained unknown. Reviewing those years means to put a mirror in front of the subject of strategic tension or the theory that insinuates the hidden involvement (or the approval) of diverse groups of the State in terrorist actions against their own people.

One of the most discussed massacres occurred in Piazza Fontana on December 12, 1969 when a bomb exploded inside the National Bank of Agriculture of Milan causing 17 deaths. In the hours and days following the attack, 80 people were stopped for questioning.

Among those was the anarchist Giuseppe Pinelli, who, according to the official version, committed suicide by jumping from the fourth floor of the Milan police station on December 15.

On May 3, 2005, the Court of Cassation definitively acquitted the last suspects for this massacre, and, regarding the death of Giuseppe Pinelli, the Judiciary unequivocally spoke in favor of the accidental death of the anarchist.

And “Accidental Death of an Anarchist” is the title of one of the most intelligent and politically engaged pieces of theater by the Nobel Prize winner, Dario Fo. The show was put on stage for the first time on December 10, 1970 at the Shed in Milan's Via Colletta.

With this work, the facts that caused the death of Giuseppe Pinelli are called into question through verbal proceedings, newspaper articles and interviews. Where the official records tell of a man who falls and dies, according to the reconstruction of Dario Fo, a man first dies and then falls is put on the stage.

The Nobel prize performances caused more than forty trials all over Italy, to the point that Dario Fo recalls jokingly about the organization of the dates: "Places and timetable for the tour were organized according to the trials that we had to attend. "

To avoid new complaints and also because of the growing number of witnesses added to the case, the drama was changed three times in the first two and a half years.

In particular, Dario Fo, replaced the place and time of representation by recounting the similar case of another Italian anarchist, Andrea Salsedo, who died in similar circumstances to those of Giuseppe Pinelli, during an interrogation in New York in 1920.

Thanks to this ruse, Dario Fo could continue to go on stage offering a representation that, while mocking power, reminded us that the truth of the massacre of Piazza Fontana was far away.

Even then, Italian public opinion was strongly influenced by television, so “Accidental Death of an Anarchist” should be considered as one of the rare moments when the theater was able to make its voice heard and had a decisive role in the communication of a political argument.

To an honest, creative mind, the informational constraints, the entire string of those who seek the truth, to deal with the ring of their own emotions should not be perceived as a daunting obstacle but as an artistic opportunity to ensure the general public strengthens their values, to have the courage of their convictions.

The history of literature and information recalls a long number of works by authors who made jumps in time and space in their texts in order to remedy the complaint and challenge an injustice.

In all, it is important to remember that when Alessandro Manzoni wrote the famous historical novel “I Promessi Sposi”, Italy was not free because it was occupied by the Austrians. Because of this the writer set the pages of his novel during the Spanish domination of the Seventeenth Century to denounce the abuses of power against such simple people - two young lovers.

Because we all know, abuse is always abuse.


ORIGINAL ITALIAN

Quando ironia e intelligenza sono più forti della censura

Siamo in Italia alla fine degli anni sessanta.

Il Paese contadino della fine del secondo dopoguerra dopo solo una generazione si scopre potenza mondiale.

Se il sistema economico riuscì a crescere all’ombra del muro di Berlino, in piena guerra fredda, il sistema politico visse gravi momenti d’instabilità anche condizionato dai gravi attentati di quel periodo storico che è ricordato come gli anni di piombo.

Tra il 1969 e il 1984 furono innumerevoli le stragi di cittadini e uomini di Stato con esecutori e mandanti che spesso sono rimasti ignoti.

Rivedere quegli anni significa doversi ritrovare a specchiarsi di fronte all’argomento strategia della tensione ovvero quella teoria interpretativa che insinua la partecipazione nascosta (o il benestare) di deviate parti di Stato in azioni terroristiche ai danni del proprio popolo.

Una delle stragi più chiacchierate è quella di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 quando esplose una bomba all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano provocando 17 morti.

Nelle ore e nei giorni successivi all’attentato furono fermate per accertamenti circa 80 persone.

Fra queste, l’anarchico Giuseppe Pinelli che il 15 dicembre secondo la versione ufficiale si suicidò gettandosi dal quarto piano del commissariato di Polizia di Milano.

Per questa strage, il 3 maggio 2005, la Corte di Cassazione ha assolto definitivamente gli ultimi indagati e per la morte di Giuseppe Pinelli,
la Magistratura si è pronunciata in modo univoco, nel senso della morte accidentale dell'anarchico.

Ed è proprio “Morte accidentale di un anarchico” il titolo di uno dei più intelligenti e politicamente impegnati spettacoli teatrali del premio Nobel Dario Fo.

Lo spettacolo venne messo per la prima volta in scena il 10 dicembre 1970 al Capannone in Via Colletta di Milano.

Con quest’opera, attraverso verbali processuali, articoli di stampa e interviste si rimise in discussione i fatti che provocarono la morte di Giuseppe Pinelli.

Se gli atti ufficiali raccontano di un uomo che precipita e muore,
secondo la ricostruzione di Dario Fo, viene messo in scena un uomo che prima muore e poi precipita.

Le rappresentazioni provocarono contro il premio Nobel più di quaranta processi in varie parti d’Italia tanto che per l’organizzazione delle date, come ricorda scherzando Dario Fo: « Luoghi e calendario della tournée erano organizzati in base ai processi che dovevamo sostenere. »

Per ovviare nuove denunce e anche a causa del numero di testimonianze che si aggiungevano al caso, la drammaturgia nei primi due anni e mezzo venne cambiata tre volte.

In particolare, Dario Fo, sostituisce il luogo e il tempo della rappresentazione raccontando l’analogo caso di un altro anarchico italiano, Andrea Salsedo, morto in circostanze simili a quelle di Giuseppe Pinelli durante un interrogatorio a New York nel 1920.

Grazie a questo escamotage, Dario Fo poté continuare ad andare in scena offrendo una rappresentazione che, intanto che si dileggiava del potere, ci ricordava che la verità sulla strage di Piazza Fontana era lontana.

Già allora, l’opinione pubblica italiana era fortemente influenzata dalla televisione e Morte accidentale di un anarchico deve essere considerato come uno dei rarissimi momenti in cui il teatro sia riuscito a far sentire la propria voce e abbia avuto un decisivo ruolo comunicativo su un argomento politico.

Per una mente onesta e creativa, le costrizioni informative, le corde all’intero del quale cercare la verità, affrontare il ring delle proprie emozioni non devono essere vissute come un freno scoraggiante, ma un’opportunità artistica per garantire all’opinione pubblica la forza dei propri valori, il coraggio delle proprie idee.

La storia della letteratura e dell’informazione ricorda un lunghissimo numero di opere di autori che abbiano fatto fare ai propri testi salti temporali e modifiche di spazi per ovviare la censura e contestare un’ingiustizia.

Su tutte, è significativo ricordare che quando Alessandro Manzoni scrisse il celebre romanzo storico I promessi sposi, l’Italia non era libera perché occupata dagli austriaci.

Per questo lo scrittore ambientò le pagine del suo romanzo durante la dominazione spagnola del XVII° secolo per denunciare i soprusi del potere contro tanta gente semplice, due ragazzi innamorati.

Perché si sa: un abuso è sempre un abuso.

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Alessandro Berni was born in Tuscany at the end of the 70s and is a theatre artist and journalist. He has worked at various theatres in Europe and several internet sites including www.artribune.com, www.fareitalia.com and www.i-italy.org.


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